Nato sotto il titolo di “Der Stille Berg” ed arrivato sui nostri cineschermi con il nome di “La montagna silenziosa”, il film di Ernst Gossner, già noto in patria per aver diretto numerose pellicolo a sfondo “drama”, si propone come un war drama in grado di restituire una sorta di seconda giovinezza artistica per attrici già celebri come Claudia Cardinale, assieme ad Eugenia Costantini. La pellicola ha come sfondo il fronte austriaco ed italiano, ai bordi delle Dolomiti, in cui avverrà l’incontro e l’innamoramento fatale di due giovani, Francesca (italiana) ed Andrea (austriaco), con un background completamente immerso nelle vicende di guerra che hanno stretto Italia ed Europa in una morsa fatale nel triennio 1915 – 1918. Etichettato dalla critica come un “film a più regioni”, per via delle ambientazioni e dei luoghi delle riprese.
La Montagna Silenziosa riesce nel narrare la dissoluzione del potere austro-ungarico, analizzando gli strascichi della guerra ed i residui malcelati di odio e divisione che lascia tra gli abitanti di questi territori su cui si affaccia una nuova geografia politica.
I due giovani si incontreranno simbolicamente durante la festa matrimoniale dei loro fratelli e sorelle, alla vigilia dell’accensione della miccia che portò la Prima Guerra Mondiale ad esplodere, fatto che segnerà la loro divisione. Trasformando le Dolomiti in uno scenario cruento e sanguinario, con riferimenti geografici riconoscibili, il film non si fa scrupolo e ritrae la brutalità del conflitto da vicino, essendo infine sostenuto da un corposo cast di controfigure, essenziali in un’opera dai cromatismi piuttosto vari e dalle situazioni che si avvicendano con un passo sostenuto ma mai eccessivamente veloce. Un film indispensabile per capire da vicino quanto gli affetti possano essere separati dalla nostra vita nel tempo di un attimo, con una regia accurata e mai invasiva.